Passi nel tempo…storia di un abbraccio a teatro

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Maria Cristina Mancini

Maria Cristina Mancini

The way I see it, every life is a pile of good things and bad things.…hey.

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Ho visto cose che voi umani non potreste immaginarvi, lo diceva Roy in Blade Runner nel 1982, il celebre film di Ridley Scott…

ma posso dirlo anch’io…dopo più di venti anni di critica teatrale e cinematografica.  Ho visto così tanti spettacoli che voi spettatori non riuscireste a vedere in tutta la vita con i più grandi attori e registi italiani e di fama internazionale che il nostro Paese aveva e di cui è rimasto ben poco. Ho passato la mia vita in teatro, respirando l’atmosfera di chi era oltre la quarta parete, di quella buona società che si faceva bella e colta il sabato sera, ma ho vissuto anche l’ansia dell’attore e di me stessa che dietro le quinte, aspettavo di entrare in scena.

Ho annusato con compiacimento quell’odore inconfondibile di polvere di stelle che emanano le poltroncine imbottite dei nostri teatri all’italiana. Sempre, in ogni teatro del mondo in cui sono stata, avevo la stessa sensazione: essere a casa.

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Mi sono emozionata poche volte fino alle lacrime per alcune opere ma mai mi era capitato di sentir battere il cuore davanti ad uno spettacolo di una compagnia amatoriale corale: L’Oltre tango di Roberto Nicchiotti e Chiara Costanzo, Opera Prima di Agnese D’Apuzzo e Tango Art di Daniela Oralcchio. 52 artisti in scena, tra attori, ballerini di tango argentino, due cantanti, la coppia di campioni paralimpici italiani ed europei 2018 di tango argentino, Elisa Pascali e Federico Morgagni, Elisa Sani campionessa anche lei e tutto il gruppo paralimpico. Il 22 dicembre saranno a Roma al teatro Ghione, un teatro romano che per tanti attori è un traguardo con

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Ho visto questo spettacolo nel teatro comunale di Fiuggi, in occasione di un workshop di tango argentino, dove ero andata un po’ per imparare, un po’ per affezione a un luogo chpassi nel tempo storia di un abbraccioe per me voleva dire Fiuggi Family Festival un evento di cinema che ho seguito per tanti anni come giornalista e giurata. Ero poco convinta di andare a vedere quello spettacolo, ma in quel teatro bomboniera in stile liberty, qualcosa mi diceva di andare. Non me ne sono pentita. Mai avrei pensavo di trovarmi davanti ad uno spettacolo che ripercorresse il tango come una storia di emigrazione e immigrazione, qual è stata, di contaminazione e di adattamento, ma soprattutto di solidarietà comunione e passione senza ipocrisia o pietismo.

In Passi nel tempo storia di un abbraccio,  abili e disabili, insieme con ordine e precisione, ognuno nel proprio ruolo, chi nella recitazione chi del tango scenario chi, con la sedia a rotelle, piroettando come ballerini consumati in planei, giri ed enrosques. Non più limite al movimento di danza anche senza l’uso delle gambe ma con l’intensità di quelle parti del corpo che sono vive ed hanno sensibilità, le mani, le braccia, l’espressione del viso che per i più è scontata, ma che per un ragazzo con disabilità sono tutto e forse di più. Così quando vedi uno spettacolo di tango argentino di questo genere, senza star internazionali ma ben amalgamato, con tanto di esibizioni al limite dell’impossibile, non possono che venirti i brividi e male che vada ti esce la “lacrimuccia”

passi nel tempo storia di un abbraccio qui.pressDi sicuro,  ti fa riflettere e ti riporta al senso dell’esistenza perché il vero significato di questo ballo non è semplice divertimento o per dirla ai neofiti un ballo da “acchiappo”. Assolutamente no.

Il tango argentino non è facile, è una cultura, una storia, una comunità e un galateo di rispetto e corteggiamento.

È sì un momento di socializzazione ma è anche ballo, dove si deve lasciar cadere ogni barriera, affidarsi all’altro, senza guardare chi è o com’è. Se è vero che il tango è soprattutto un abbraccio allora in Passi nel tempo storia di un abbraccio è un abbraccio che unisce le diversità che supera i pregiudizi scavalca i confini ed arriva ad emozionare, scaldare il corpo e il cuore.

Il lavoro che Roberto Nicchiotti e Chiara Costanzo, insegnanti e operatori di tango terapia come metodo riconosciuto a livello europeo e chiamato Riabilitango viene da lontano, da esperienze dirette che li hanno portati a studiare fino a Buenos Aires.  Supportati da psicologi e terapisti specializzati verificando  sul campo gli effetti  benefici su persone con disabilità temporanea o permanente. Personalmente ballo il tango da anni ma mai ho fatto laboratori sensoriali di preparazione come quelli di L’Oltre tango e ho apprezzato molto questo nuovo metodo di ascolto empatico e di movimento anti barriere.  Chiara, Daniela e Roberto insegnano il tango argentino nel teatro Opera Prima a Latina e nella scuola Etnika di Pomezia e preparano anche i ragazzi ai campionati paralimpici per vincerli! Se siete a Roma, non mancate di vedere Passi nel tempo ma non come atto di benevolenza natalizia ma per capire che cosa è il tango argentino che come scriveva Jorge Luis Borges

…trasgredisce, e sta lì a sua attrattiva, in quella sensazione di libertà che accende tutti i tipi di emozione 

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e per dirla con una citazione di Carlos Gavito

…rendere l’impossibile, una cosa possibile: (persino ndr) ballare il silenzio

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