Balliamo con gli Spandau

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Maria Cristina Mancini

Maria Cristina Mancini

The way I see it, every life is a pile of good things and bad things.…hey.

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Erano eleganti e lo sono rimasti. Romantici e provocatori pure

Le loro hits facevano sognare i ragazzi dei favolosi anni Ottanta e ancora oggi emozionano e fanno venire i brividi.

Throught the Barricades, Gold, True non sono solo canzoni ma un pezzo di storia. La storia di una grande band: gli Spandau Ballet che dopo l’uscita del documentario Soulboys Of The Western World di George Hencken presentato alla scorsa edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, tornano dal vivo in un tour internazionale. La band, per la prima volta dopo Reformation nel 2009, rinnova il sodalizio con il produttore David Zard e approda in Italia per nuovi successi. Tre concerti live programmati in luglio a Verona, Roma e Taormina e altri tre in agosto a Lignano Sabbiadoro, Torre del Lago e Cattolica nelle location di vacanza più belle per ascoltare un certo tipo di musica. L’uscita della raccolta della Warner Music, The Story: The Very Best of Spandau Ballet ha tre inediti prodotti da Trevor Horn tra cui il This Is The Love e il singolo Steal ma nel concerto tutto è ben mescolato in una scaletta da cardiopalma. Non si scherza con chi ha segnato la storia della musica o con la voce di Tony Hadley che non è cambiata dopo quasi trent’anni. Anzi forse è migliorata a dispetto delle rughe e di qualche kilo di troppo. Così chi andrà al concerto per criticare la forma e non valutare la sostanza, dovrà ricredersi. Gli Spandau regalano due ore di emozione. A loro va il merito di aver trasformato un pungo di note in evergreen che anche i più giovani conoscono grazie agli spot della Coca Cola, di Sony, Nissan e Nescafè.

Spadau Ballet - The 9th Rome Film Festival
Spadau Ballet

Quanto al film è un bel documentario. Un viaggio nella storia della musica che racconta di un gruppo di ragazzi della classe operaia di Londra che crearono un impero globale ad un prezzo molto caro.  Ricostruito con filmati di archivio personali e molto materiale inedito, non è solo il racconto di vissuti, anche drammatici, ma uno spaccato del panorama, politico e culturale del tempo. Gli Spandau Ballet fecero la loro prima apparizione nel maggio del 1980 nello show televisivo Twentieth Century Box condotto da Danny Baker. Si presentarono ben vestiti e un po’ snob dando inizio ad una nuova era del pop dominato dal visual. Insoddisfatti della musica dei loro coetani crearono un suono meccanico e stilizzato molto in voga nei club del West End. “Non siamo solo un’altra band” diceva Tony Hadley. Infatti non lo erano, presto divennero uno dei gruppi britannici di maggior successo. All’inizio furono ignorati, ma i loro primi dischi restano tra i più influenti del decennio. Con gli Spandau la musica non era solo adeguata ai tempi. Era rivoluzionaria. To Cut a Long Story Short definì, in parte, la creazione del mito dell’elettronica e fu un gran pezzo dance. Ben presto divennero pionieri di un nuovo pop destinato ad attraversare il globo. Insieme ai Duran Duran, Sade, Culture Club, Wham!, a metà degli anni Ottanta, la band era una superstar e portavoce di una cultura post-punk industriale. Paladini del designer pop con la loro presenza nelle riviste The Face, Style e in Italia Cioè e Ciao influenzarono la  moda  e divennero delle celebrities.

Soul Boys of the Western World' Red carpet - The 9th Rome Film Festival
George Hencken

Nel corso della loro carriera hanno collezionato 23 singoli presenti nelle classifiche britanniche per oltre 500 settimane e venduto 25 milioni di album nel mondo. In seguito allo scioglimento, i fratelli Kemps divennero attori in The Krays-I Corvi, Tony Hadley recitò nel musical Chicaco e Steve Norman si immerse nell’house music. Fortunatamente sono tornati per farci sognare e ballare ancora con tanta energia e buon gusto!

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