Gomorra a go go…

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Maria Cristina Mancini

Maria Cristina Mancini

The way I see it, every life is a pile of good things and bad things.…hey.

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Non mi piace la violenza, la guerra e di conseguenza non mi piace vedere lotte e spargimenti di sangue né in tv né su altri media

ma se fai l’attrice in Gomorra o la giornalista forse ti capita di interpretare personaggi scomodi o di vedere scene di follia. Chiudere gli occhi non serve. Con molta onestà vi dico che non ho mai visto una puntata di Gomorra la celebre serie di Sky Atlantic Hd che pare abbia conquistato i telespettatori. E ammetto la mia ignoranza, non ho letto neanche il libro di Saviano. Però ho partecipato come artista a Gomorra la serie della stagione 2 e 3.

Come giornalista cerco sempre di prendere più informazioni possibili e certificate quando scrivo, come attrice mi preparo, ma quando nel trailer ho visto che Gomorra sarà proiettata sul grande schermo mi sono sorpresa. Quindi ho deciso di dire la mia. Una riflessione rispettabile come quella che chiunque potrebbe fare.  Va bene che i diritti d’autore vanno ammortizzati. Va bene che chi non ha visto a pagamento la serie in tv può vedersi il film (un estratto della prima e terza puntata) al cinema. Va bene che le maestranze e gli attori sono stati pagati regolarmente (poco come da contratto), ma meglio di niente. Va bene che già è in cantiere la serie numero 4. Eppure, mi chiedo: è moralmente giusto, etico e onesto far vedere modelli comportamentali scorretti e violenti?

Chi vince? Il buono, il brutto o il cattivo? Che tipo di stereotipo alimenta Gomorra, visto che il network Sky è internazionale?

Io me lo sono chiesto. Dato che viaggio molto, ho vissuto all’estero e più che un’antenna parabolica ascolto la gente, mi sono trovata più di una volta a sentire parlare di italiani come camorristi e di capi clan alla Genny, lo sfregiato. gomorradragonworldteamxqui.presVi dirò che non mi piace né mi ha fatto per niente piacere perché non tutti gli italiani si presentano come sono mostrati dai media e perché non tutti i giornalisti e i critici di qualunque settore sono da trattare da incompetenti. Insomma non si può fare di tutta l’erba, un fascio.

Primo, non sono né una camorrista né una mafiosa né una poco di buono.

Secondo, nessun marito/amante mi mantiene.

Terzo, perché sono stufa dell’equazione italiano/a=ladro=mafioso=truffatore.

Quarto e non ultimo, non mi piace chi emula e poi scimmiotta comportamenti pericolosi, violenti e dannosi.

Purtroppo sembra che la gomorromania abbia invasato parecchi squilibrati che si sentono forti, cattivi e controllori del territorio. Questo mi preoccupa…poi di quale territorio si parla? Io a mala pena riesco a controllare la terra dove poggio i piedi…Eppure, c’è addirittura chi si fa soprannominare O’Principe, O’ Nano, O’ Track, Scianel

…personalmente conosco solo una Chanel e si chiamava Coco!

Ultima critica che mi sento di fare è alla lingua. Adoro il napoletano quando è musicato, ma il napoletano è un lessema a parte, come il siciliano e un po’ come la miriade di dialetti italiani.Una lingua a parte identificativa di una comunità. Siamo sicuri che tutti quelli che la sentono parlare la capiscano? Io no.

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Detto questo, vado a concludere nella mia totale ignoranza della serie, ma non di altro, che l’esperienza nel set come invitata al matrimonio del boss Savastano (ovvio nella finzione) e come palestrata nel centro benessere nella terza stagione mi è piaciuta. Perché? Per il motivo più semplice del mondo: se lavori devi essere pagato! Non so se venerdì prossimo andrò in sala per vedere il risultato anche del mio lavoro. Certo è che sospendo il giudizio, fino a prova contraria e soprattutto come San Tommaso vorrei vedere per credere…

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